IC FALCONE E BORSELLINO

4 NOVEMBRE: FESTA DELL’UNITA’ NAZIONALE E DELLE FORZE ARMATE – Consiglio Comunale dei Ragazzi (Offida) – pagina 2

Nella giornata del 4 novembre si celebra in tutt’Italia l’anniversario della vittoria e della fine della prima guerra mondiale; per la prima volta nella storia, l’Italia è tutta unita.

Il 4 novembre 1918 veniva firmato l’armistizio con l’Impero austro-ungarico, il Generale Armando Diaz, comandante in capo delle Forze Armate italiane, nel bollettino della Vittoria annunciava agli Italiani “La guerra contro l’Austria-Ungheria che l’Esercito Italiano, inferiore per numero e per mezzi, iniziò il 24 maggio 1915 e con fede incrollabile e tenace valore condusse ininterrotta ed asprissima per 41 mesi, è vinta(…).I resti di quello che fu uno dei più potenti eserciti del mondo, risalgono in disordine e senza speranza le valli che avevano disceso con orgogliosa sicurezza.
Trento e Trieste erano ricongiunte all’Italia (Epigrafe presso la Sala Consiliare).

Quanti morti, quanti sacrifici, per arrivare all’unità d’Italia!

Questo breve componimento è stato composto nel 1918, mentre Ungaretti si trovava soldato in trincea; i soldati vengono qui paragonati(SIMILITUDINE) a foglie autunnali che, ancora appese agli alberi, procedono inevitabilmente verso la caduta e la morte.
La poesia fa parte della raccolta”L’Allegria”,perché  questo nome se prevalgono i temi della guerra e della morte ? Ungaretti spiega come il sentimento d’allegria, in questo caso, scaturisca nell’attimo in cui l’uomo realizza di essere scampato alla morte.

Scritta nel 1916, prende il nome dal fronte di San Martino del Carso(Gorizia).

La lirica è essenziale e priva di punteggiatura, per isolare ed esaltare le singole parole.
Sono rimasti soltanto alcuni pezzi di muro di queste case; non è rimasto neppure questo dei tanti che contraccambiavano il mio affetto.
Ma nel mio cuore non manca nessun ricordo: è proprio il mio cuore il posto più lacerato e addolorato.
Il poeta confronta il proprio cuore con un paese distrutto, anzi, per opposizione, il cuore ospita le croci che invece mancano nel paese reale, distrutto dai bombardamenti
METAFORE
 “qualche brandello di muro; “nessuna croce manca”

 

Oltre 4 milioni di soldati mobilitati di cui 250.000 giovani appena diciottenni, 600.000 morti e 1.500.000 feriti, 400.000 civili che avevano abbandonato le proprie case sulla linea del fronte. Il 4 novembre è allora il giorno della commemorazione dei caduti di tutte le guerre. Le più alte cariche dello Stato rendono omaggio al Milite Ignoto, la cui salma riposa presso l’Altare della Patria a Roma, al Vittoriano, il monumento funebre di Vittorio Emanuele II e si recano in visita al Sacrario di Redipuglia dove sono custodite le salme di 100.000 caduti nella guerra del ’15-’18, nonché a Vittorio Veneto, la località in cui si svolse l’ultimo confronto militare della Grande Guerra fra Esercito italiano ed esercito austro-ungarico. Le celebrazioni più importanti si tengono a Trento, Trieste e Roma.
In occasione della giornata delle forze armate italiane, inoltre, è prassi che il Capo dello Stato e il Ministro della Difesa inviino all’esercito, impegnato in Italia e in missioni internazionali all’estero un messaggio di auguri e di riconoscenza a nome del Paese.

 

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